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busto Meri in NUOVO logo COLORSCOLORS COLLECTOR

Nº 79 WINTER 2010/2011 di COLORS MAGAZINE, che festeggia i vent’anni della famosa rivista di design con la storia di 20 COL(ORS)LECTOR, 20 collectors, 20 persone scelte in tutto il mondo per raccontare il loro legame con l’oggetto che raccolgono, catalogano, collezionano.

È la prima volta che penso alle sirene come “oggetto” di collezione, anche se sono diventate un mio pensiero ricorrente.

Una collezione dovrebbe porsi dei limiti. Io invece sono partita da un “oggetto” di per sé sconfinato: le Sirene, donne uccello della mitologia, dee preolimpiche che seducevano tramite un canto sublime, donne pesce demonizzate dal cristianesimo, sono un simbolo femminile potente, in continua metamorfosi, capace di richiamare le immagini della Dea preistorica, o di manifestarsi anche come “sirene d’allarme”, apparecchi acustici, puro suono inquietante…

È determinante per la mia collezione la parte bibliografica, in cartaceo, costituita da circa 1.700 unità, che conservo sia a vista nella biblioteca di casa, sia in scatoloni in cantina. La parte immagini è costituita da circa 8.000 foto in cartaceo (riposte in buste, con relativa documentazione di acquisto, permessi di riproduzione ecc.) e in diapositive (32 contenitori Carousel di 80 unità); un terzo delle quali digitalizzate. Le ho catalogate in ordine numerico di entrata e in lettere secondo un particolare morfologico o tematico. La lettera A (la più cospicua), indica le Sirene alate della mitologia antica; la D, le Sirene a doppia coda delle chiese romaniche, le più strambe, impertinenti e insolenti, le mie preferite; la E sta per l’oggetto che recano in mano: lo strumento musicale, che col tempo verrà sostituito dallo specchio e il pettine. Poi le ho classificate secondo la nazionalità: le inglesi dei Preraffaelliti, al culmine della loro bellezza ecc. Completa la collezione una serie di CD, VHS, filmati amateur, DVD di Sirene nella musica, nell’opera lirica e nel cinema: 112 film, 180 ore di visione.

Nella mia collezione di Sirene campeggia un pezzo esclusivo, non barattabile, assai curioso. Quel pezzo sono io stessa. Prima ci scherzavo, ora comincio a crederci con agnostico stupore. La mia nipotina è convinta che io sia stata una Sirena in gioventù e che poi, i diversi interventi agli arti inferiori mi abbiano trasformato la coda in normali gambe di donna. Ormai sono parecchi i medici che mi vedono come caso clinico di somatizzazione sirenica, e non solo i seguaci della medicina psicosomatica, ma persino un neurologo rigoroso che opera al cervello. Infatti, ne so qualcosa di traumi, fratture, interventi chirurgici, fili di Kirchner, ferri, viti, piastre di metallo, gessi, tutori, seggiole a rotelle, stampelle, bastoni e riabilitazioni. A oggi, sette di queste “sirenizzazioni”. E poi dicono che repetita juvant.